1
gennaio 2018
Auguri e ringraziamenti per i voti del Professor Algo's mood
Ehm!!
Ehm!!
DA,
Come
sapete, per tutti voi, il
tempo passa, le situazioni politiche e non evolvono, le persone Ehm!!
Ehm!!
cambiano, le opportunità diventano Ehm!! Ehm!! vincoli e i vincoli,
opportunità; i bambini diventano uomini e donne e poi – prima gli
uomini e dopo
le donne – muoiono, e poi, poi Ehm!! Ehm!! le avanguardie, le
rivoluzioni, le
restaurazioni, le avanguardie e le rivoluzioni. C’è un Ehm!! Ehm!!
passaggio di
cose che Ehm!! Ehm!! spesso tornano. Il palcoscenico del teatro della
vita è
circolare, questo Ehm!! Ehm!! lo sanno tutti ma attenzione che gli
spalti sono
vuoti: solo noi osserviamo noi stessi mentre passiamo e ripassiamo.
Come
sapete il Professor Algo è
qui a posta, è fermo, è il puntino a cui è appeso il pendolo, non muta,
etc....
etc.... niente tempo, niente spazio e via Ehm!! Ehm!! dicendo...
Ma,
e qui veniamo Ehm!! Ehm!! al
punto, quest’anno un po’ di movimenti circolari me li avete fatti
avere, sì,
parlo dell’edizione del Ehm!! Ehm!! Professor Algo’s mood 2017. Oltre
all’eliminazione priva di senso, ancora nelle fasi di qualificazione,
del
meraviglioso pezzo Rain
dei Cult
(gruppo Ehm!! Ehm!! cult degli
anni ‘80) sono stati fatti tanti altri scempi. Potrei anche concordare
con
l’eliminazione, questa decisamente sensata, del pezzo Czerwony jak cegla
dei Dzem:
i Dzem sono dei matusalemme, se non fosse per il fatto che non può
essere,
potrei pensare che anche loro siano come Ehm!! Ehm!! me, ma tranquilli
non è così:
c’è un solo Professor Algo.
Le
domande sono tante. Ad esempio,
a proposito di un pezzo come Death
don’t have no mercy di quel
reverendo con Ehm!! Ehm!! gli occhialoni che si è posizionato al terzo
posto,
la domanda è: perché? Oppure a proposito del pezzo Viola di Francesco
Guerri contenuto nell’album uscito nel 2013 dal titolo Prima
di qualsiasi altra cosa allora si perderà che si è
posizionato alle
porte dell’inferno (ndr decimo posto) la domanda è: perché? O ancora, a
proposito di Relax
posizionatosi al settimo posto tra la sonatina
di apertura alla cantata BWV 106 di Bach e This
must be the place dei Talking
heads la domanda è: chi
cavolo è Bobby che l’ha proposto e soprattutto, chi cavolo l’ha Ehm!!
Ehm!!
votato? E ancora, a proposito dei primi due posti Young and wild dei The
Strumbellas e Ehm!! Ehm!! One more light dei Linkin
Park le domande sono: come può vincere il Professor Algo’s
mood un
pezzo con quel titolo? Ehm!! Ehm!! Young
and wild. L’anno prossimo, chi
vincerà? Duri dal cuore
tenero oppure Old
and wise della band
hard rock I budini molli?
E l’altra domanda è: ma l’anno prossimo, che
intenzioni avrà il nostro Pete (ndr proponente dei pezzi al primo e
secondo
posto), proporrà due pezzi come tutti o preferirà dirci direttamente i
tre
vincitori così non perdiamo tempo con votazioni ed altro?
Come
potete osservare non sono Ehm!!
Ehm!! amareggiato, eppure è chiaro che si è rotto qualcosa nel
meccanismo del
dispotismo illuminato che finora ha tutelato gli interessi dell’arte e
Ehm!!
Ehm!! i miei. Quest’anno il despota ha ceduto all’insalubre tentazione
della
democrazia (scusatemi Platone e Aristotele, amici di lunghe passeggiate
sotto i
portici, ma lo confesso, l’ho fatto, ho Ehm!! Ehm!! ceduto alla
tentazione…): e
i risultati sono chiari.
Viola in circostanze
normali
(ndr con il dispotismo illuminato) avrebbe Ehm!! Ehm!! vinto!
Gli
auguri: questo è un messaggio
di auguri.
Vi
auguro un nuovo secolo Ehm!!
Ehm!! anno, di scambi di sguardi, un anno di confronti e di nuove
scoperte;
anziché camminare Ehm!! Ehm!! continuamente sul palcoscenico si
potrebbero fare
anche quattro passi tra gli spalti e così incontrare delle persone (ndr
gli
stessi che si sarebbero incontrati sul palcoscenico) con cui
condividere il proprio
stato (ndr sempre lo stesso) e scoprendo così un altro se stesso (ndr
inutile
dirlo: sempre lo stesso). Vi racconterò un fatto, Ehm!! Ehm!! una
storia, una
metafora, riguarda gli uomini primitivi e i timbri degli uffici
ferroviari
nella Repubblica Cecoslovacca durante la II guerra mondiale, solo che
Ehm!!
Ehm!! ora non mi ricord… Ehm!! Ehm!! la metafora Ehm!! Ehm!! cioè no,
si, certo
è tardi, devo proprio andare. Sarà per la prossima volta!
Tanti
auguri di un buon 2018.
Guarda la classifica definitiva del Professor Algo's Mood 2017
7
maggio 2017
L’Arte della guerra: immedesimazione e buon senso, ovvero cenni sulla natura dell’umorismo
In questo Ehm! Ehm!! breve saggio
introduttivo spiego in
maniera perfetta, logica, cristallina e soprattutto lineare perché
“L’Arte
della guerra” sia un testo importante e quale sia il suo nesso con il
concetto
di immedesimazione e di buon Ehm! Ehm!! senso.
“L’Arte della guerra” è stato scritto
nel VI secolo a.C. da
Sun Ehm! Ehm!! Tzu. Sun Tzu significa “Maestro Sun”, che era
l’appellativo onorifico
utilizzato per Sun Wu, un uomo Ehm! Ehm!! vissuto nel sud della Cina
verso la
fine del VI secolo a. Ehm! Ehm!! C.
Il testo è decisamente inflazionato,
forse anche più dei
tipi
che ho deciso di utilizzare per questo mio Ehm! Ehm!! breve saggio. L’Arte della guerra è in vetta alle
classifiche dei libri
più venduti da circa 2500
anni. Non vi responsabile del marketing, non vi è CEO, CFO, CIO, CCC,
DDD, EEE
che non si sia fatto intervistare almeno Ehm! Ehm!! una volta lasciando
in
bella vista sul ripiano della libreria alle sue spalle un esemplare de
“L’Arte
della guerra” di Sun Tzu, esemplare chiaramente mai letto né Ehm! Ehm!!
aperto.
Mi ricordo ancora le interviste
rilasciate alla BBCa.C.n.
dall’imprenditore ateniese Ipponico Ammone figlio di Callia - fece una
callia
di pelle di pollo
- il quale mentre spiegava Ehm! Ehm!! come avesse fatto a mettere
insieme il
suo enorme tesoro, mostrava alle telecamere il rotolo de “L’Arte della
guerra”
di Sun Tzu.
E ancora prima (età del ferro) ho partecipato Ehm! Ehm!! personalmente
a un
evento organizzato il quattro marzo del 1030 a.C. (erano circa le dieci
meno un
quarto) presso il prestigioso palazzetto Palaferro (già Palabronzo)
dove il CEO di una nota multinazionale spiegava il successo delle sue
politiche
globali citando interi Ehm! Ehm!! brani da “L’arte della guerra” di Sun
Tzu; io
ero lì, in prima fila con la mia copia della tavoletta Ehm! Ehm!!
autografata e
la picchiavo sulla testa di quelli che mi spingevano per passare avanti.
Potremmo affermare che anche loro sono stati colpiti dal testo di Sun
Tzu.
Credo, a questo punto, di aver
chiarito in maniera definitiva
l’importanza che viene attribuita da Sun Tzu alla capacità di
immedesimarsi con
colui che abbiamo di fronte, sia esso un nemico, un rivale, un
avversario, un
collega, un cliente o un fornitore.
Riassumendo Sun Ehm! Ehm!! Tzu ci
mostra: 1) che è
importante valutare in anticipo gli impatti delle nostre azioni
sull’altro nei
termini dello scenario fisico e psichico in cui egli verrà a trovarsi e
delle
opzioni che avrà a disposizione in tale scenario. Solo dopo questa
valutazione
saremo in grado di decidere se la nostra azione sia o meno Ehm! Ehm!!
opportuna.
2) che è Ehm! Ehm!! importante valutare lo scenario fisico e psichico e
le
opzioni a disposizione dell’altro al fine di poter comprendere appieno
il
significato della sua azione.
Insomma
il libro parla dell’immedesimazione. Insomma
il libro parla del buon senso. Insomma per usare un francesismo: la
Programmazione Neuro Linguistica gli fa una p***a.
Tutto chiaro, no?
29 maggio
2016
Cosmos: intervista al Professor Algo
30
dicembre 2014
Lapalice
Buona
sera a tutti,
Un anno
è quasi terminato e a breve dovrebbe iniziarne un altro. E fin qui
anche La Palice dovrebbe essere d'accordo.
Jacques
de La Palice ebbe una vita che non fu né più scontata né più banale di
quella di chiunque altro; nacque sul finire del XV secolo a La Palice
in Francia, nobile e militare francese, comandò le truppe francesi al
servizio del Re Carlo VIII prima e di Luigi XII dopo. Morì a circa
cinquantacinque anni durante una sanguinosa battaglia alle porte di
Pavia.
E poi
la disgrazia. I suoi uomini fanno scrivere sulla sua lapide il seguente
epitaffio:
"Ci-git
Monsieur de La Palice. Si il n'etait pas mort, il
ferait encore envie"
(trad. it. "qui
giace il Signor La Palice. Se non
fosse morto, farebbe ancora invidia")
Il punto è che
negli anni la "f"
di "ferait" si iniziò a leggere "s" (volontariamente o per errore, non
ci è dato sapere) e la parola "envie" fu divisa in "en vie", risultato
"Ci-git
Monsieur de La Palice. Si il n'etait pas mort, il serait encor
en vie"
(trad. it "qui
giace il Signor La Palice. Se non fosse morto,
sarebbe ancora in vita")
Divenne una
barzelletta, circolarono
un'infinità di variazioni sul tema, del tipo
"...
que deux jours avant
sa mort, il etait encor en vie"
(trad. it. "...
che due giorni prima di
morire era ancora in vita")
"et
quand il etait tout nu, il n'avait
point de chemise"
(trad.it "... e quando era completamente nudo, non
indossava la camicia")
e via dicendo.
La
storia finisce - oppure
inizia - al principio dell'800 con la pubblicazione da parte del poeta,
scrittore, critico francese Bernard de la Monnoye de "La chanson de la
Palisse" che raccoglie molti di questi motti e favorirà la
nascita
qualche decennio dopo dell'aggettivo "lapalissiano" come sinonimo di
tautologia.
"L'uomo
è solo una canna, la più fragile della natura …"
scriveva un altro
francese nel XVII secolo, riferendosi chiaramente
alla nostra esistenza terrena, materiale, contrapposta a quella
spirituale. Eppure Lui, Jacques de La Palice, ci dimostra che anche lo
spirito, la nostra anima immortale è estremamente effimero; è davvero
difficile pensare che egli potesse immaginare come e per cosa
sarebbe stato ricordato nei secoli a venire.
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