Her - la recensione del Professor Algo

 

Anche senza scomodare il Tractatus Logico - ehm, ehm!! - Philosophicus di Wittgenstein, sembrerebbe che ehm, ehm!! Spike Jonze abbia capito che su alcune cose bisogna tacere…

Una chiave di lettura è quella per cui il film mostra le nuove ehm, ehm!! possibilità che offre la tecnologia alle relazioni: le emozioni restano sempre le stesse, talvolta forti e intense, talvolta ehm, ehm!! frivole, ma cambiano usi e costumi e allora bisogna adattarsi a convivere con opzioni un tempo non previste; dunque un film come uno dei centomila racconti sul nostro prossimo futuro. Futuro in cui ritornerà la moda dei pantaloni a vita alta ma, si badi bene, senza cintura. Futuro in cui le app sui nostri cellulari saranno più evolute e avranno sviluppato la coscienza, non solo dunque la capacità di imparare dalle proprie esperienze (cosa che già fanno da tempo le reti ehm, ehm!! neurali) ma avranno anche di questo la piena consapevolezza.

App-proposito di app, chissà se inventeranno mai un’app che ci permetta di sapere se un film ci piacerà prima di vederlo? Ma veniamo a quella che io ehm, ehm!! dichiaro essere la lettura corretta: quella dove il contesto, un futuro prossimo con applicazioni intelligenti e giochi elettronici super ehm, ehm!! fanta ehm, ehm!! mega ehm, ehm!! sofisticati, è solo il pretesto per parlare di come il cambiamento sia sempre fonte di difficoltà e di come queste talvolta siano insormontabili, è solo un pretesto per chiedersi se le emozioni esistano realmente, è solo un preteso per chiedersi da dove veniamo e dove andiamo e se siamo ehm, ehm!! liberi o programmati, insomma sempre le solite domande che non andrebbero analizzate né in un film né in un manuale di filosofia.

Domande che Jonze presenta senza porle e senza dare loro una risposta o una spiegazione, solo per dire che sono primordiali e che sono le prime domande che un essere che ha appena scoperto di avere una coscienza si possa porre. Domande che rendono il film un film interessante, che mentre mi racconta una storia d’amore e mi dice “ecco guarda: questi sono i soliti problemi cui si va incontro nelle storie d’amore” mi dice anche “sai una cosa: queste preoccupazioni sono primitive, l’uomo ha iniziato a provarle da quando si è dotato del linguaggio e non ha mai più smesso” e soprattutto aggiunge “e sia chiaro, di queste cose non ha alcun senso parlare”.