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IL RESTO DEL MONDO

Le recensioni che abbiamo scritto su alcuni film

Larry Gopnick, Jeff Lebowski, Anton Chigurh e la monetina

Ma può esistere una storia interessante per un film, che non abbia avvio per un caso? La risposta corretta è no. E i fratelli Coen lo sanno: questo è il risultato della loro lunga riflessione sul cinema. Chigurh, il tira monetine, rappresenta il cinema: senza monetine si fanno solo documentari (e non solo in senso metaforico).

                                                                                                                                       Francesco Prestia

 

 

chigurh

Immagine: artesettima

 

Larry Gopnick è un mensh, un uomo serio. O almeno aspira ad esserlo. Vive nel Midwest degli anni 60 e ha due figli: Danny si sta preparando per il Bar Mizvah, fuma le canne e compra dischi a suo nome, mentre Sarah passa tutto il tempo a lavarsi i capelli e a frugare nel suo portafoglio per racimolare i soldi per rifarsi il naso. A casa sua, oltre a moglie e figli, vive anche un ospite indesiderato: suo fratello Arthur. Quest’ultimo, affetto da una cisti sebacea, passa la maggior parte del suo tempo in bagno con gran disappunto di Sarah, che, ovviamente, vorrebbe lavarsi i capelli.

 

Larry Gopnick si impegna molto per rendere la sua vita migliore, ma qualcosa va storto. Anzi, tutto inizia ad andare storto in un modo così sistematico che capiamo fin da subito che il Caso si è accanito contro di lui deliberatamente. Capiamo anche la relazione di causa-effetto che lega l’episodio iniziale sul Dybbuck con la storia del film vero e proprio: è un Dybbuck che sta torturando il Nostro, e forse non aveva tutti i torti la donna di Lublino ad uccidere lo spettro del malaugurio con un rompighiaccio….

 

Larry Gopnick continua ad impegnarsi in un’impotente lotta contro la sfortuna: la moglie senza tante storie gli chiede il divorzio perché si è innamorata di un altro e lo invita ad andarsene immediatamente di casa portandosi dietro il fratello. I suoi figli sembrano non accorgersi nemmeno che si è trasferito in uno squallido motel e che l’amante della moglie ha preso il suo posto in casa sua e persino il fratello Arthur comincia a dargli un bel po’ di problemi, tra gioco d’azzardo e “reati di sodomia”.

 

Larry Gopnick continua a sforzarsi di essere un uomo serio e corretto ma vorrebbe anche capire perché gli sta accadendo tutto questo: dove trovare una risposta a questa domanda? Da buon ebreo osservante chiede udienza a ben tre rabbini che rispondono con una serie infinita di nonsense e che alla fine non fanno altro che far sorgere ulteriori dubbi. Uno tra questi sembra essere: quanto la religione può effettivamente aiutare un uomo?

 

Ma la giusta domanda da porsi sarebbe stata: quanto influiscono le azioni umane sul destino? Forse il vero problema di Larry Gopnick è che non accetta il fatto che tutto il suo zelo per arginare il mare di problemi che fa irruzione nella sua esistenza è completamente inutile. Ormai la sua vita è in mano al Caso, e il Caso ha deciso di far andare tutto storto.

Jeff Lebowski ha fatto molti più progressi di Larry in questa riflessione: vive ad anni luce di distanza da chi si pone da solo degli obiettivi e ricorre a qualunque mezzo per raggiungerli. Ha capito tutto: non vuole obiettivi e non fa domande. A dirla tutta non fa proprio nulla! Non lo vediamo nemmeno una volta tirare la palla da bowling!

 

Jeff Lebowski vive a Los Angeles ed era giovane al tempo degli Hippy. Ha preso un sacco di botte perché è stato scambiato per un altro e in più gli hanno rovinato il suo tappeto senza alcun motivo. Ora vuole che tutto torni come prima, con il tappeto al suo posto perché dava un tono all’ambiente. Anzi, fosse per lui, rinuncerebbe anche al tappeto. Il suo unico problema è che è troppo buono e dà ascolto al suo amico Walter, guerrafondaio reduce dal Vietnam.

 

Jeff Lebowski compie giusto qualche gesto involontario per difendersi da ciò che lo mette in pericolo nel frangente in cui si trova. Sembra quasi avere un lampo di genio quando, a casa del ricco pornografo, decifra cosa quest’ultimo ha scritto sul foglietto di un block notes, ma in realtà ne tira fuori solo un disegnino osceno e una bella fregatura da parte dello stesso pornografo che lo narcotizza e lo spedisce al commissariato. Viene anche truffato dal “Grande” Lebowski che lo manda a consegnare una valigetta vuota a una banda di ricattatori, ma comunque quella valigetta nemmeno la consegna perché Walter glielo impedisce.

 

Jeff Lebowski ha capito, al contrario di Larry Gopnick: è solo un caso che il suo nome sia lo stesso di quello di un miliardario braccato da una serie di pazzi malviventi e che da questo si scateni tutto quel putiferio. E quando c’è di mezzo il Caso la cosa migliore è lasciar fare a lui. E così lascia che ad agire siano le bande sgangherate che lo vogliono morto e che finiranno per mettersi una contro l’altra annientandosi a vicenda. Sì, a causa di tutta questa storia perde Donny che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato e non c’entrava niente… ma d’altra parte anche questa è opera del Caso: cos’altro avrebbe potuto fare?

 

Ecco come risolve i problemi Jeff Lebowski: non fa niente, perché sa che la vita va avanti o finisce perché qualcuno lassù da qualche parte ha tirato una monetina.

 

Quanto a Anton Chigurh…

 

E’ sanguinario, non ha coscienza né scrupoli e non ha nulla a che vedere con un essere umano. Non si conosce il suo passato e non se ne può prevedere il futuro, ma è agghiacciante perché sembra che ci sia da sempre e che sia immortale. Anton Chigurh non è un pazzo che uccide a caso, né un serial killer. E’ come un’entità soprannaturale ed eterna. Anton Chigurh è il Dybbuck che porta morte e sfortuna. Anton Chigurh è il Caso.

 

Anton Chigurh è quello che tira la monetina…