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L'intervista ad Artur Barciś in occasione della proiezione del decimo episodio del Decalogo

Intervista ad Artur Barciś

Giovedì 22 gennaio al Polski Kot, in occasione della proiezione del decimo e ultimo episodio del Decalogo di Kieślowski, si è tenuto il primo “Barciś Party” al mondo. Il party è stato dedicato ad Artur Barciś, l'attore che interpreta il personaggio misterioso che compare in quasi tutti gli episodi del Decalogo e che osserva senza parlare e senza giudicare ciò che accade ai personaggi, facendo spesso capolino nei momenti salienti della narrazione. Durante il party è stato possibile intervistare via Skype l'attore in persona, che con grande pazienza ha risposto a tutte le nostre domande.

 

Leggi tutto sul Barciś Party.

 

Ecco l'intervista trascritta per voi:

 

* ALESSANDRO: Innanzitutto, visto che abbiamo affermato più volte che questo è forse il primo Barcis Party al mondo, ci piacerebbe sapere se a lei risulta che sia così o se è a conoscenza di altri Barcis Party (eccezion fatta, ovviamente, per le sue feste di compleanno).

 

ARTUR BARCIŚ: No, è assolutamente la prima volta, infatti mi sono chiesto: ma perché proprio me, con tutti gli attori che ci sono…

 

* ALESSANDRO: Come le abbiamo anticipato, Kino Zuta insieme al Polski Kot ha organizzato e conduce una rassegna cinematografica dedicata al Decalogo di Kieślowski; al termine di ciascun episodio vengono consegnate al pubblico le “impressioni a caldo”, si tratta di piccoli e snelli questionari che attraverso sette domande fermano le prime impressioni del pubblico su quanto visto. Una di queste domande è “Cosa ne pensa Barciś?”. Come può immaginare le risposte estremamente varie a questa domanda hanno fatto sì che il dibattito seguente la proiezione talvolta si protraesse fino a tarda notte. Stasera è stato proiettato il X episodio. E dunque le chiediamo: “se fosse stato presente nel decimo episodio, che cosa avrebbe pensato Barciś?”.

 

ARTUR BARCIŚ: Devo dire che se Krzysztof sapesse che ci sono delle persone in Italia che si riuniscono per discutere sui temi del Decalogo, impazzirebbe di gioia. Perché era proprio questo il suo obiettivo! Parlare di temi universali, che non fossero legati alla realtà sociale e politica polacca ma che potessero essere accessibili a tutti. Bez Końca era effettivamente un film più legato alla situazione politico-sociale polacca, il Decalogo, invece, no. Per quanto riguarda il decimo episodio, invece, ricordo che Krzysztof aveva fatto un sondaggio all’interno della troupe, per capire dove inserire la figura del personaggio misterioso. Ma non venne fuori nessuna idea che lo convincesse. Ha chiesto anche a me, e io stesso ho detto, contro i miei interessi, che secondo me non c’era posto per me in quell’episodio, perché il tono era diverso, più leggero. Allora abbiamo deciso che non ci sarebbe stato. Oppure forse c’è, ed è la telecamera stessa.

 

* ALESSANDRO: Il personaggio misterioso del decalogo è quasi sempre serio e circondato da un'atmosfera piuttosto tesa. Nonostante ciò ci chiediamo se durante le riprese ci siano stati momenti di ilarità e nel caso se ricorda qualcuno di tali episodi.

 

ARTUR BARCIŚ: Sicuramente ci sarà stato qualche aneddoto divertente, ma non ricordo, è passato molto tempo. E poi ricordo che l’atmosfera sul set era abbastanza tesa, perché questo film non era ben visto, soprattutto dalle autorità. Non c’erano soldi, e spesso mancava la pellicola. Anche quando uscì non riscosse successo non solo presso le autorità, ma anche da parte del pubblico. Dissero che era troppo pretenzioso. Fu per questo che Krzysztof decise di non girare più in Polonia.

 

* ALESSANDRO: Se fosse invitato a un Barciś Party, parteciperebbe? Se sì, che travestimento utilizzerebbe?

 

ARTUR BARCIŚ: C’è uno dei personaggi, mi sembra nel sesto episodio, che veste uno spolverino bianco e porta due grosse valigie. Quello mi piaceva più di tutti. Mia moglie mi ha sempre detto che questi ruoli che ho interpretato nel decalogo sono stati i più difficili della mia carriera, perché dovevo dire così tanto e senza usare le parole. Sembra che io ci sia riuscito, ma devo aggiungere che senza alcun dubbio tutto il merito è stato di Krzysztof. In realtà nemmeno lui sapeva chi era questo personaggio, o per lo meno non me lo voleva dire. Perché sosteneva che, se mi avesse detto che doveva trattarsi di Dio, alla fine io avrei tentato di recitare Dio, oppure se mi avesse detto che doveva trattarsi di un angelo, avrei recitato un angelo. Lui voleva evitare tutto questo, e quindi, semplicemente, non mi ha detto chi dovevo essere. Ne abbiamo parlato molte volte, di questa figura, ma non mi ha mai detto chi doveva essere. Io, da parte mia, dentro di me ho sempre pensato che rappresentasse il "segreto": la mia interpretazione è nata da quest'idea.

 

* ALESSANDRO: Quanto è durato il lavoro sul Decalogo?

 

ARTUR BARCIŚ: Un anno e mezzo, circa. Sono usciti prima i due lungometraggi, Breve film sull’amore e Breve film sull’uccidere.

 

* ALESSANDRO: L’uomo alla stazione che scende dal treno sul finire di decalogo 6 è il personaggio misterioso?

 

ARTUR BARCIŚ: Come vi dicevo non c’erano soldi e mancava la pellicola. La scena in cui appariva il personaggio con le stampelle doveva svolgersi in treno, Bogusław Linda, alla ricerca di Majka, lo doveva aiutare a scendere dal treno. Purtroppo però ci fu qualcosa che non funzionò, forse la pellicola non era buona. E così le scene vennero male e Krzysztof decise di tagliare la sequenza. Comunque è rimasta la scena in cui scendo dal treno, quindi sì, sono io l’uomo con le stampelle.

 

* ALESSANDRO: E’ mai stato in Italia?

 

ARTUR BARCIŚ: Certo! Vicino a Pordenone, in Friuli Venezia Giulia, c’è un lago che si chiama Lago di Barcis, allora sono andato là per vedere se trovavo qualche traccia delle mie origini, perché il mio nome è piuttosto strano, atipico. Non ho trovato niente comunque. Nessuno con questo nome.

 

* ALESSANDRO: E ora di cosa si sta occupando? Lavora in teatro?

 

ARTUR BARCIŚ: Sì, curo la regia di uno spettacolo dedicato alla canzone italiana che si intitola “Amoroso”. È uno spettacolo musicale, un omaggio all’Italia e a Napoli. Il titolo è tratto da uno dei maggiori successi di Dalila, Gigi l'amoroso, che vinse l’Oscar nel 1975. Una storia d’amore che ha come protagonista un ragazzo che va in America a cercar fortuna. Ora sono appunto appena tornato dallo spettacolo.

Leggi sullo spettacolo "Amoroso" diretto da Artur Barciś.

 

* ALESSANDRO: E ha già cenato?

 

ARTUR BARCIŚ: A dire il vero non ancora.

 

* ALESSANDRO: Allora la lasciamo andare. La ringraziamo per la disponibilità.

 

ARTUR BARCIŚ: Ma di niente, è stato un vero piacere, per me, rispondere alle vostre domande.