Zuta: Siamo qui nell’atrio del Cinema Massimo di Torino e aspettiamo l’uscita del Professor Algo che si trova in sala per la proiezione del film Cosmos, l’ultima opera di Andrzej Żuławski tratta dall’omonimo romanzo di Witold Gombrowicz. Il problema è che venti minuti fa è uscito l’ultimo spettatore ma del Professor Algo non c’è traccia. Ah, eccolo che arriva! Professor Algo, come è andata la proiezione?

 

Prof. Algo: Ehm! Buona sera Sig.na Zuta. Sì, la proiezione era a fuoco e anche il suono era buono, per quello che sento io, sa, sono un po’ sordo.

 

Zuta: Ma no! Intendevo chiederle se le è piaciuto il film!

 

Prof. Algo: Adesso la saluto, Sig.na Zuta, Żuławski ha detto di sospendere il giudizio finché non si è visto il film una seconda volta. Ci vediamo qui domani alla stessa ora. Arrivederci, Ehm! Ehm! Sig.na Zuta.

 

IL GIORNO DOPO

 

Zuta: Sono di nuovo qui nell’atrio del Cinema Massimo di Torino, e l’ultimo spettatore è uscito venti minuti fa dalla sala in cui hanno ripetuto la proiezione di Cosmos, ultima opera di Andrzej Żuławski. Forse faccio prima ad entrare in sala a cercare il Professor Algo…

Professor Algo, allora?

 

Prof.Algo: Non c’è più niente da vedere

 

Zuta: Come, Professor Algo?

 

Prof.Algo: Questa è la frase profetica che chiude l’ultimo film di Żuławski che, accidentaccio, è morto.

 

Zuta: Ma allora, ci dica! Le è piaciuta la trasposizione cinematografica del romanzo di Gombrowicz del 1965 che il regista ha girato dopo ben quindici anni dal suo ultimo film, che se non sbaglio era La fidelité?

 

Prof.Algo: Ebbene sì, mi è piaciuto. Mi sono giunte voci che Rita, la moglie di Witold[1] (donna ancora bellissima d’altra parte, avessi dieci anni in meno…) abbia detto che è l’opera cinematografica più gombrowiczana che sia mai stata girata. Diciamo che in questo film mi aspettavo di trovare un linguaggio filmico, uno stile narrativo, una poetica un po’ più simili a La femme publique e Szamanka Ehm! Ehm! Insomma, intendo dire Ehm! Ehm! Speravo in qualche scena di nudo in più, trattandosi di un film del buon Andrzej[2]. Poi però ho anche pensato che il romanzo è di Gombrowicz, quindi di scene di nudo Ehm! Ehm! Ce n’è già fin troppe!!!

 

Zuta: Suvvia, Professor Algo, sia serio!

 

Prof.Algo:Ma sono serissimo, Ehm!

 

Zuta: Ma cosa le è piaciuto di più di questo film? Il modo in cui il regista ha messo in scena il romanzo? I tocchi che il regista ha aggiunto e che non c’erano nel romanzo? La solita musica kitsch anni ’80 di Andrzej Korzyński? E l’ambientazione? Ho sentito dire che non è la stessa del romanzo, il quale è ambientato in Polonia tra la prima e la seconda guerra mondiale, ma che è stata attualizzata e spostata a Sintra, in Portogallo.

 

Prof.Algo: Sì, certo, attualizzata, spostata, ma questo non è assolutamente importante, Sig.na Zuta. La trasposizione è una delle più fedeli mai viste al cinema, soprattutto tra quelle gombrowiczane. Senza nulla togliere a 30 door key dell’altro grande regista pazzoide polacco Jerzy. Alcuni miei colleghi più giovani (in effetti Ehm! Ehm! di più vecchi forse non ce n’è) hanno paragonato questa trasposizione di un libro impossibile da trasporre a Crash e Il pasto nudo di Cronenberg.

 

Zuta: Vuole dire Jerzy Skolimowski, immagino. E mi dica delle citazioni, si parla di Pasolini, Pessoa, Schönberg, Dante, Bunuel, Gombrowicz stesso…

 

Prof.Algo:Ma capirà, Sig.na Zuta… son capaci tutti a citare a destra e a sinistra… una citazione degna di nota è quella che Żuławski fa di se stesso: “L’importante è” … Ehm! Ehm”… “amare”[3], buttata lì, forzata e sfacciata. E poi si potrebbe pensare che sia banale iniziare un film con “Nel mezzo del cammin di nostra vita”. E invece qui, Ehm! Ehm!, che classe! Qui non si cita Dante, ma Gombrowicz in Ferdydurke[4], in cui a sua volta Gombrowicz cita Dante. Legga qui, Sig.na Zuta.

 

Zuta: “Nel mezzo del cammin della mia vita mi ritrovai per una selva oscura. E il guaio è che era una selva verde”.[5]

 

Prof.Algo: Esatto, Sig.na Zuta: questo è all’inizio di Ferdydurke. Pensi che per un attimo ho pensato che Żuławski si fosse bevuto il cervello e avesse sbagliato romanzo! Poi mi sono ricordato che Ferdydurke non è ambientato a Sintra.

 

Zuta: Ma Professor Algo, nemmeno Cosmos è ambientato a Sintra! Ce lo ha appena detto lei!

 

Prof.Algo: Ehm! Ehm! Non stiamo a sottilizzare! È un’intervista o un interrogatorio?A proposito, l’ha visto Przesluchanie, Sig.na Zuta? Di che anno è? Chi è il regista? E l’attrice protagonista?[6] Poi viene da me a fare la saputella, queste liceali, con questa idea fissa di essere moderne!

 

Zuta: Ok, ok, mi scusi, non si innervosisca. Allora Cosmos è ambientato a Sintra...

 

Prof.Algo: Ehm! Ehm! No, Signorina, Cosmos è ambientato in Polonia tra le due guerre, i miei colleghi che non sono decrepiti come me dicono che il Portogallo è simile alla Polonia perché entrambi sono “non luoghi”. La inviterei da me a Pavarolo, Sig.na Zuta, anche lì c’è la campagna quindi è un non luogo come la Polonia e il Portogallo.

 

Zuta: Va bene, vedremo, Professor Algo. Il protagonista è uno studente di legge che scrive un romanzo che si intitola Gli indemoniati, in cui c’è un asciugamano che si muove da solo…

 

Prof.Algo: Ma Sig.na Zuta, si vede che lei non sa proprio niente! Witold, il protagonista del film, omonimo dello scrittore stesso, scrive un libro che in realtà è la prima opera di Gombrowicz del 1939, tra l’altro da lui successivamente rinnegata[7]. Un romanzo a dir poco esilarante! Ma ciò che davvero è degno di nota di questo film, Sig.na Zuta, è che Żuławski è quasi del tutto invisibile perché ha lasciato campo libero a Gombrowicz al cento per cento, Ehm! Le parole sono di Gombrowicz, i personaggi, e anche l’atmosfera… la scena dei piselli infilzati negli stuzzicadenti.. Ehm! Ehm! Geniale! Eppure in questa pellicola c’è anche tutto Żuławski! Ehm: la madre e la figlia che prima si picchiano e poi si abbracciano, le televisioni sullo sfondo in cui si vedono i fatti che accadono nel mondo, la recitazione sopra le righe. Poi c’è quella scena in cui Witold ha delle piccole labbra di carta in bocca e Lena si alza sulle punte dei piedi e con la bocca gliele porta via, Ehm! Come fare a non pensare a La femme publique, quando Ethel fa la stessa cosa con la zolletta di zucchero che ha in bocca suo padre, incarnato dal fantastico attore wendersiano Patrick Bauchau… una scena piuttosto incestuosa, direi… insomma, Ehm! Ehm! Non so come sia possibile che il risultato sia così gombrowiczano e zulawskiano allo stesso tempo!

 

Zuta: Interessante, Professor Algo, interessante…

 

Prof.Algo:Le spiego la mia teoria. Sa che Żuławski ha indagato zone oscure del paranormale[8]… La mia idea è che Żuławski quando girava Cosmos fosse “indemoniato”, come Gli indemoniati, Ehm! Insomma… “posseduto” come in Possession… dallo spirito di Gombrowicz.

 

Zuta: Ah, certo, può essere, può essere. Ma lei che è così esperto di musica, cosa mi dice del fatto che nel film si parla di dodecafonia e si cita Arnold Schönberg (anche perché finisce per berg…) e poi si fa più volte riferimento a Verklärte Nacht, che sì, è di Schönberg, ma non c’entra proprio niente con la dodecafonia?

 

Prof.Algo: Bene! Lei è meno scema degli altri.

 

Zuta: Ma come si permette!

 

Prof.Algo: Ma no! È una citazione del film. È una frase che Leon dice a Witold. Ottima osservazione, Sig.na Zuta. Intendevo farle un complimento. E comunque Tiriri. Berg.

 

Zuta: Alban?

 

Prof.Algo: Signorina. Io e lei abbiamo ancora molte cose da dirci. Venga da me in campagna a mangiare due ravanelli con lo yoghurt….



[1] Witold è il nome di battesimo di Gombrowicz. Rita Gombrowicz, sua moglie, è nata in Canada a Pierrefonds nel 1935 e vive attualmente in Francia,

[2] Andrzej è il nome di battesimo di Zulawski.

[3] L’importante è amare, film di Andrzej Żuławski del 1975.

[4] Ferdydurke, romanzo di Gombrowicz scritto nel 1939.

[5] Da Ferdydurke, di Witold Gombrowicz del 1939 – Universale Economica Feltrinelli, 2009, Traduzione di Vera Verdiani,

[6] Przesluchanie (in italiano: L’interrogatorio), film di Ryszard Bugajski del 1982, ma uscito nel 1989 a causa della censura, l’attrice protagonista è Krystyna Janda.

[7] Si tratta de Gli indemoniati, scritto da Witold Gombrowicz nel 1939.

[8] Possession, film di Andrzej Żuławski del 1981.