MENU POLSKI KOT

IL CINEAMATORE

il sito del Cinema Zuta

Google
SW

CHARLIE KAUFMAN

Incontri monografici su Charlie Kaufman

Per scaricare il volantino fare "click" col pulsante destro del mouse e "Salva Immagine con nome..."

 

Calendario

Titolo Anno Data Incontro
Eternal Sunshine of the spotless mind 2004 5 maggio 2016
Adaptation - Il ladro di orchidee 2002 19 maggio 2016
Essere John Malkovich 1999 9 giugno 2016
Human Nature 2001 23 giugno 2016
Anomalisa 2015 14 luglio 2016

 

Tutti gli eventi si terranno alle ore 21.00 al Polski kot, in via Massena, 19 a Torino.

 

Essere John Malkovich, diretto da Spike Jonze nel 1999, è il primo film scritto da Charlie Kaufman. La sceneggiatura perde per un soffio l’oscar che quell’anno viene assegnato ad American Beauty. Kaufman ci riprova cinque anni dopo con Eternal sunshine of the spotless mind, la sua quinta sceneggiatura cinematografica, stavolta diretta da Gondry e vincitrice dell’agognata statuetta.

 

Eternal sunshine of the spotless mind e Essere John Malkovich, che rappresentano insieme ad Anomalisa le migliori sceneggiature del nostro, pur essendo diretti da due registi diversi sono strettamente collegati tra loro e hanno molte attinenze nelle tematiche, nel linguaggio e nella molteplicità dei livelli narrativi.

 

Eternal sunshine of the spotless mind è anche un verso di Eloisa to Abelardo, poema epistolare di Alexander Pope, ed è proprio questo verso ad essere declamato dai burattini cui danno vita le mani del protagonista di Essere John Malkovich: è quasi come se Kaufman avesse voluto sviluppare nella sua quinta sceneggiatura ciò che aveva appena accennato nella prima.

 

Il film è la rappresentazione visiva del processo di deterioramento di un ricordo, quello che potrebbe normalmente accadere ad un essere umano a causa del passare del tempo, ma che in questo caso avviene a velocità vertiginosa e in modo completamente consapevole; è l’espressione del fatto che l’uomo è frutto della propria memoria e delle proprie esperienze e che se queste vengono cancellate non è più se stesso. È anche la storia di un amore che sopravvive, nonostante tutto.

 

In Human nature un uomo in pochi mesi racchiude all’interno della propria vita tutta l’evoluzione della specie umana: da “scimmia” diventa uomo, e per di più sofisticato, colto ed elegante. L’evoluzione, uno dei temi preferiti di Kaufman, è l’argomento basilare su cui si sviluppa questo film.

 

L’uomo kaufmaniano, se vuole vivere, è tenuto a evolversi anche se questo gli causa fatica e sofferenza: c’è chi ha dovuto subire un gran numero di scosse elettriche per imparare a reprimere i propri istinti e chi deve subire interminabili e dolorosissime sedute per la depilazione definitiva per essere bella secondo i canoni del mondo civilizzato.

 

Il mondo cambia e l’uomo ha il problema di dover assecondare questi cambiamenti. Per alcuni personaggi si tratta di un compito facile, come per Puff, uno dei protagonisti di questa pellicola, che quando costretto si adatta a vivere sia nel mondo sofisticato che in quello selvaggio, anche se tendenzialmente finisce per prediligere il primo. Chi si adatta meglio è più felice, più forte e meno tormentato.

 

Ma sono poche le figure capaci di questa versatilità, capaci di evolversi: Lila, un altro dei personaggi principali di questo film, non riesce a scegliere tra mondo selvaggio e mondo sofisticato. Nata come donna civilizzata, tenta di intraprendere il percorso opposto a quello di Puff, cerca se stessa ritornando alla natura. Innamorata di un uomo sofisticato, viene successivamente attratta in modo irresistibile da chi incarna in tutto e per tutto la natura.

 

Così come in Eternal sunshine of the spotless mind, il Nostro ci dice che noi, in quanto esseri umani dotati di memoria, siamo il risultato di tutte le nostre esperienze e che è inutile tentare di cancellare ciò che abbiamo vissuto, anche se si trattasse di qualcosa di doloroso: non si può ritornare a un’inconsapevolezza e a un’innocenza oramai perdute.

 

Charlie Kaufman, protagonista del film e omonimo del nostro sceneggiatore, deve adattare al cinema il romanzo Il ladro di orchidee, ma come è possibile che ciò che sta scrivendo abbia impatto anche sulla vita reale? Gli avvenimenti che lo spettatore segue sullo schermo sono ambientati nella realtà oppure sono il frutto del lento avanzare del lavoro di adattamento della sceneggiatura di Charlie?

 

In questa pellicola finzione e realtà si confondono ancor di più di quanto non avvenga negli altri  film di Kaufman, e con questo non si intende parlare soltanto della realtà “di finzione” raccontata nel film, ma anche della realtà “vera”!

 

Nei titoli di coda appare come sceneggiatore, insieme al Nostro, Donald Kaufman, che è il fratello gemello del Charlie personaggio. Ma Donald Kaufman non esiste: pare che se la sceneggiatura avesse vinto qualche premio, Nicholas Cage o Spike Jonze avrebbero impersonato Donald per andare a ritirarlo insieme al “vero” Kaufman .

 

Susan Orleans, la scrittrice, esiste nel mondo reale e ha scritto per davvero Il ladro di orchidee. Ha anche chiesto al “vero” Kaufman di adattare per il cinema il suo romanzo e quando è avvenuto questi è entrato in piena crisi creativa.

   

Così come le strutture narrative, anche le tematiche affrontate in questa pellicola sono quelle più care al Nostro: questo lo si vede, ad esempio, dal titolo “Adaptation”, di per sé ambiguo nel significato. Si riferisce all’adattamento dell’uomo, dell’animale o della pianta all’ambiente circostante, oppure all’adattamento del romanzo al cinema? La risposta non è così scontata.

 

Craig, il protagonista di Essere John Malkovich, è un burattinaio che inizia la sua carriera inventando storie e muovendo i fili dei suoi burattini. E’ anche il primo di una serie di personaggi creativi creati da Kaufman: seguono i due fratelli gemelli sceneggiatori Charlie e Donald di Adaptation, il ladro di orchidee fino ad arrivare a Caden di Synechdoche, New York. Caden è un regista molto particolare che crea un’opera teatrale immensa e perpetua; i suoi attori replicano recitando giorno e notte gli avvenimenti della sua vita personale.

 

Questi creativi hanno senza dubbio in comune con il Nostro il tipo di professione, uno di loro è addirittura un suo omonimo. Hanno tuttavia anche molti aspetti, non necessariamente riconducibili ad uno spunto autobiografico, che si ritrovano in moltissimi personaggi kaufmaniani: a volte sono dei perdenti cronici, a volte hanno successo ma rimangono sempre persone sole e infelici, e il più delle volte vivono una sorta di complesso di inadeguatezza. Il loro aspetto è trasandato e tipicamente sono leggermente sovrappeso, comunque non si può dire che abbiano un fisico atletico.

 

In Essere John Malkovich, come in molte altre pellicole scritte da Kaufman, c’è chi si sente inadeguato e vuole evolversi e c’è chi scopre su se stesso cose che non avrebbe mai immaginato. Emergono la crudeltà dei rapporti amorosi e la totale mancanza di scrupoli di chi vuole avere successo, amoroso o professionale che sia, a tutti i costi.

 

In questa sua prima opera per il cinema Kaufman utilizza quasi tutte le modalità di narrazione che diventeranno elementi distintivi dei suoi lavori successivi e che gli regaleranno l’oscar nel 2004 con Eternal Sunshine of the spotless mind.

 

Nel 2002 Charlie Kaufman lavora per l’opera prima di George Clooney come regista Confessioni di una mente pericolosa, una biografia non autorizzata del padre della TV spazzatura Chuck Barris. Questo personaggio cerca di sbarcare il lunario inventando giochi televisivi, ma questo non gli basta per vivere e si trova così un curioso “secondo lavoro”.

 

Affianco a lui spiccano due personaggi femminili tra cui si sente diviso: la istintiva, leale e tenace Penny, sua fidanzata, e l’affascinante colta Patricia Watson. Come in altri suoi film, anche qui Kaufman mette in evidenza i problemi derivanti dal gap culturale all’interno di una coppia. Ma non è soltanto in questo che emergono i tratti distintivi dell’autore: sono presenti molte tematiche e strutture narrative che abbiamo già visto in altri suoi film.

 

Non mancano alcuni spunti autobiografici, nonostante si tratti della biografia di un’altra persona, infatti la vita del protagonista, ebreo americano che tenta di entrare nel mondo dello spettacolo, sembra avere molti punti in comune con quella del Nostro. Probabilmente scrivendone l’adattamento per il cinema avrà rivissuto i suoi difficili tentativi di sfondare nel mondo della TV e poi del cinema.

 

Kaufman proverà una forte delusione riguardo a questo film. Dice in un’intervista con William Arnold in cui parla  di Jonze e Gondry:

"La normalità per uno scrittore è quella di consegnare una sceneggiatura e poi sparire. Questo non fa per me. Io voglio essere coinvolto dall’inizio alla fine. E questi registi lo sanno e rispettano quest’esigenza". Evidentemente Clooney non ha fatto lo stesso: in qualche modo Kaufman disconosce quest’opera perché non abbastanza coinvolto nella sua produzione. 

 

Il risultato è un film che non raggiunge il livello degli altri, soprattutto per quanto riguarda la regia, ma che è piacevole e piuttosto divertente da guardare.

Nel 2008 esce nelle sale Synecdoche, New York, la prima opera in cui Charlie Kaufman ricopre il ruolo di regista oltre a quello di sceneggiatore. Questa pellicola, generata da un’idea geniale, risulta tuttavia un po’ troppo dilagante e trascinata: se si fosse fermato qui, si sarebbe potuto pensare che Kaufman sceneggiatore avesse in qualche modo bisogno di un regista che lo mantenesse in carreggiata e che limitasse la sua tendenza alla dispersione.

 

Nel 2015 esce finalmente il film di animazione Anomalisa, di cui è sceneggiatore e regista con l’aiuto di Duke Johnson, regista di animazione. Kaufman è anche produttore insieme a quest’ultimo e altre due persone, ed è quindi abbastanza libero di creare un’opera davvero “sua”, opera così perfettamente equilibrata e unica da smentire del tutto i dubbi sollevati dal film precedente.

 

L’idea nasce qualche anno prima e viene messa in scena nel Theatre of the New Ear sotto forma di sound play, teatro sperimentale creato da Cartere Burwell e Kaufman in cui gli attori siedono su alcuni sgabelli vestiti dei loro abiti personali e dicono le loro battute come in un radio dramma.

 

Michael è un uomo che si sente estraneo al mondo e vede chi gli sta intorno come una serie di individui che a prescindere da sesso o età hanno stesse fattezze e stessa voce. Col passare del tempo questa sua sensazione si trasforma in fissazione, finché si convince che dietro le identiche sembianze di tutti si nasconda un solo individuo che lo perseguita, come avviene nelle persone affette da una rara sindrome detta sindrome di Fregoli. Non a caso Kaufman firma la sceneggiatura di questo film come Frances Fregoli e l’albergo in cui il personaggio si trova ha lo stesso nome. Il film è girato in stop motion, e tutti i personaggi, salvo i due protagonisti, hanno tratti identici e la voce di Tom Noonan.