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STORIA DEL CINEMA POLACCO

La prima storia del cinema polacco pubblicata in rete in lingua italiana

Cinema commerciale: storico patriottico

Na Sybir

 

Con l’avvento del sonoro il cinema “politicizzato” continua a farsi strada tra le varie tendenze. Il secondo film sonoro prodotto in Polonia, Na Sybir (trad. In Siberia) del 1930 di Henryk Szaro, fa proprio parte di un filone del cinema sonoro precedente alla seconda guerra mondiale che abbraccia tematiche storico-patriottiche.

 

Il film tratta della rivoluzione antizarista in Polonia all’inizio del ‘900. Il personaggio principale, un uomo molto coraggioso detto “Avvoltoio”, che lotta per la libertà della Polonia, viene arrestato e mandato in Siberia. Una contessa innamorata di lui, interpretata da Jadwiga Smosarska, decide di seguirlo in segreto per cercare di liberarlo.

 

Dziesięciu z Pawiaka

L’anno successivo Ryszard Ordyński, questa volta non finanziato dalla Paramount, dirige Dziesięciu z Pawiaka (trad. I dieci di Pawiak), ambientato nello stesso periodo. Il protagonista di questo film, Janusz, è un giovane architetto che lotta contro la polizia zarista. Allo stesso tempo ha una relazione con Olga, l’amante di un generale che lui stesso ha ferito gravemente. Janusz, insieme a nove compagni, viene arrestato dalla polizia, e Olga va a trovarlo offrendogli di liberarlo a patto che lui consegni il capo dell’organizzazione. Janusz rifiuta e i dieci vengono condannati a morte. Grazie al loro avvocato, che si traveste da capo di polizia ed entra nella prigione insieme ad altri dieci compagni travestiti da poliziotti, riescono a fuggire.

 

I due film hanno molti punti in comune, sebbene il primo sia una storia di finzione e il secondo si basi su eventi realmente accaduti. Dziesięciu z Pawiaka, infatti, ha come soggetto le memorie di Jan Jur-Gorzechowski, generale dell’esercito polacco che all’inizio del ‘900 faceva parte del PPS[1] e organizzò la liberazione di dieci prigionieri politici. In ambedue i film si ritrovano gli stessi attori: Adam Brodzisz, che interpreta il polacco coraggioso, e Bogusław Samborski che, famoso proprio per i suoi personaggi oscuri, fa la parte del “cattivo”.

 

Tutti e due i protagonisti vengono aiutati da una donna che si innamora di loro e con cui alla fine si fidanzano. Le due pellicole, caratterizzate da un certo realismo, sono un bello spaccato del periodo storico in cui si svolgono: vi sono preziose vedute della Varsavia di allora e bellissime sequenze girate in Siberia. Notevole anche la sequenza della condanna alla forca di Janusz e i suoi compagni.

 

In Na Sybir vediamo anche, nel ruolo di un lavoratore, Eugeniusz Bodo, futura star del neonato cinema sonoro. Attore, cantante e ballerino, lavora inizialmente a Poznan e a Lublino, e poi a Varsavia in vari locali dove si fa cabaret: Qui Pro Quo, Morskie Oko, Cyganeria i Cyrulik Warszawski. Debutta al cinema nel 1925 con il film Rywale ed ha subito grande successo. Lavora in circa una trentina di film, apre un locale in via Foksal a Varsavia che si chiama Café Bodo, chiuso allo scoppio della seconda guerra mondiale quando Bodo è costretto a scappare a Lwów. Bodo scompare in circostanze non chiare durante la seconda guerra mondiale: la versione più diffusa è che sia stato mandato in un Gulag sovietico, dove è morto di stenti. Durante la PRL, tuttavia, si affermava che fosse stato fucilato dai tedeschi.



[1] Polska Partia Socjalistyczna – Partito socialista polacco